Tangerine Dream
Il complesso che più di ogni altro ha
rappresentato la "kosmische musik" degli
anni '70 è quello dei Tangerine Dream. Di
quell'ondata di gruppi tedeschi i Tangerine Dream furono i primi
a capire come l'elettronica potesse servire a dipingere affreschi
monumentali, spostando il baricentro del rock psichedelico dal
centro della mente alla periferia dell'universo. Dopo di loro il
ruolo dei sintetizzatori e dei sequencer non sarebbe mai più
stato lo stesso.
hIstory:
Il gruppo nacque a Berlino nel 1966 (quando uscì il 45 giri Lady
Greengrass/ Love Of Mine) da un'idea del chitarrista Edgar
Froese, già titolare di un complessino di acid-rock
sulla falsariga dei Pink Floyd, il cui unico merito era stato
quello di suonare in una mostra di Salvator Dalì. La formazione
era completata dal percussionista Klaus Schulze e dal tastierista Conrad Schnitzler.
Il primo album, Electronic Meditation, è ancora
un'opera naif e irrisolta che si presenta come un marasma di
chitarre distorte, percussività disordinata e strumenti ad arco
amplificati al limite delle loro possibilità acustiche.
L'influenza dei Pink Floyd è fin troppo evidente: il tour de
force è Reise Durch Ein Brennendes Gehirn, il
cui crescendo di organo ricorda la A Saucerful Of Secrets e il
cui barrage chitarristico ricorda Interstellar Overdrive.
Poi Schulze si mise in proprio,
Schnitzler formò i Cluster e Froese
ripartì da capo con una formazione più umile, nella quale
spiccava il percussionista Christopher Franke,
ex Agitation Free. Proprio questi ebbe l'idea di spostare il
baricentro del sound verso i sintetizzatori e i sequencer. Fu
l'invenzione determinante. Non solo inventò il futuro dei
Tangerine Dream, ma inventò il futuro dell'intera musica
elettronica.
Fu Alpha Centauri a scoprire il fascino
dell'infinito, miscelando suoni elettronici, flauto, chitarre e
cori per comporre lunghe piece improvvisate, secondo una prassi
che si ispirava in egual misura al jazz-rock, alla musica
d'avanguardia e al rock psichedelico. Più che la liturgia solare
per organo da cattedrale di Sunrise In The Third System,
ancora intrisa di A Saucerful Of Secrets e di
mantra indiani, a indicare il futuro del gruppo fu la lunga Fly
And Collision Of Comas Sola, con i sibili galattici dei
sintetizzatori che si rincorrono e intrecciano nei grandi spazi
vuoti dell'universo e un ennesimo crescendo di organo che viene
però falciato da disturbi astronomici, da un torrenziale baccano
percussivo e dalle evoluzioni libere del flauto.
Traboccante di un fervore panico, che coniuga le saghe galattiche
di Asimov e i profeti dell'Apocalisse, la title-track sfonda il
muro dei venti minuti, ma soprattutto indulge nelle cacofonie
più raccapriccianti, lasciando fluttuare nel nulla le
distorsioni elettroniche, le risonanze, i riverberi, i ronzii
prodotti dalle tastiere elettroniche. Nell'assenza del ritmo di
qualunque ordine precostituito si celebra la nascita di un nuovo
genere, che funge da documentario immaginario degli spazi
siderali, da "fanta-documentario" sonoro. Dal caos si
levano il canto armonioso del flauto e si intuiscono voci diffuse
nelle lontananze infinite, quelle che levano in coro il salmo
finale.
Zeit, il primo disco composto
dal trio "classico" di Froese, Franke
e Peter Baumann, sancì definitivamente
l'abbandono degli strumenti classici a favore di una
strumentazione interamente elettronica. L'opera si presenta come
una sinfonia in quattro (monumentali) movimenti (uno per
facciata). Nella composizione intervengono tecniche minimaliste,
continuum alla Ligeti, manipolazioni elettroniche alla Stockhausen.
La lugubre introduzione di Birth Of Liquid Plejades
fa pensare a un quartetto d'archi della scuola dodecafonica (ben
quattro i violoncelli impiegati) ma ben presto le onde
elettroniche dei due VCS3 (Franke e Baumann) e i
rombi del generatore di Froese prendono il sopravvento.
I Tangerine Dream rinunciano all'ambizione pittorica a favore di
un suggerire, far balenare e intuire, che implica atmosfere più
dimesse e sempre più sinistramente vuote, cariche più di
suspence misteriose che di apoteosi galattiche; visioni che
scorrono al rallentatore e riverberano all'infinito, simulando il
perenne e solenne moto delle nebulose. In questo senso i suoni
più prelibati sono i rumori metallici e le frequenze subsoniche
di Nebulous Dawn, che non fanno più leva su
alcuna struttura musicale ma soltanto sulla disposizione della
materia nello spazio.
Un singolo, Ultima Thule, tentò timidamente nel
1972 di far conoscere il gruppo a un pubblico più ampio.
Il loro capolavoro è probabilmente Atem, disco
che sublima l'uso dell'elettronica e dell'improvvisazione. Il
quartetto trova il giusto punto di equilibrio fra sensazionalismo
melodrammatico e controllo dei suoni, cancellando tanto
l'angoscia di Meditation quanto la claustrofobia
di Zeit.
Il successo commerciale venne invece decretato invece dal più
banale Phaedra, che introdusse l'incalzante
ritmo elettronico destinato a rimanere il loro marchio di
fabbrica e riuscì a vendere su grande scala le intuizioni di Alpha
Centauri. Più che la suite omonima fecero colpo la
melodia struggente di Mysterious Semblance e i
frenetici borbottii di Movements Of A Visionary,
impacchettati per il consumo di massa.
Froese lanciò a quel punto la sua carriera
solista, continuando peraltro a sfornare dischi con Franke
e Baumann. Sempre più eterea e liquida, la
musica di Rubycon non ha più nulla della
tensione drammatica di Zeit. E' rimasta soltanto
la polvere di superficie, una polvere luccicante e vaporosa.
Insieme agli esperimenti contemporanei di Brian Eno è però questa la novità più saliente
dell'elettronica degli anni '70, questo non suonare nulla di
particolare ma suonarlo in maniera pressoché perfetta.
I languidi vagiti dei sintetizzatori, le onde elettroniche che si
dissolvono in tremolii sempre più fini, le evanescenze che si
riflettono in miriadi di timbri cristallini, il tamburellare dei
sequencer che conduce nelle danze in crescendo, danno luogo a un
nuovo tipo di composizione, che non è una sinfonia, non è una
sonata, non è una fantasia melodica e non è una jam, è un
poema tonale liberato di tutti i vincoli armonici. Anche
l'abolizione della suddivisione in brani contribuisce alla
creazione di un nuovo genere. Rubycon rappresenta il vertice del
figurativismo dei Tangerine Dream.
Le successive orchestrazioni elettroniche hanno continuato in
quella direzione: invece di affrescare scenari apocalittici,
comunicando un senso di pace e serenità molto più umano. Ricochet
ha accentuato semmai l'aspetto melodico, che nella tela di Phaedra
e Rubycon era ancora un po' sfumato, nonché
l'impatto ritmico (i sequencer sono doppiati dalle percussioni).
Il difetto più grosso di queste partiture è quello di diluire
le poche idee a cui sono ancorate.
La svolta melodica è evidente anche in Stratosfear,
il primo album a interrompere la serie delle suite chilometriche.
Quattro i brani, e se le cadenze pronunciate della title-track
sono in linea con l'enunciato di Ricochet,
l'adagio struggente di 3 Am At The Border e la
parentesi classicheggiante e bucolica di The Big Sleep In
Search Of Shades provano soluzioni meno scontate. Froese
abbozza un funk cosmico in Invisible Limit, premonizione di
sonorità più abiette.
In questo periodo il gruppo si esprime anche a 45 giri: escono a
catena Betrayal/ Grind (1976), Stratosfear/
The Big Sleep (1976), Encore/ Hobo
March (1977) e Monolight (1977), a
consolidare il successo crescente a livello planetario e
confermare lo stato di grazia di Froese.
A quel punto Baumann abbandona il gruppo, giusto
in tempo per evitare la crisi dell'intero movimento tedesco.
Con Cyclone Froese tenta di rilanciare il
gruppo. Per la prima volta il canto ha una parte e il sound è
tanto vivace quanto lo può essere. Ad eccellere è comunque la
suite strumentale, Madrigal Meridian.
L'accentuata imponenza di Force Majeure ha i
suoi pro e i suoi contro. La title-track parte a tutta birra con
un ritmo rock mentre la chitarra balbetta stacchi funky prima di
sganciare un tema ultra-melodico urlato a tutto volume; e da lì
in poi è una metamorfosi continua, alla continua ricerca di
arrangiamenti, tempi e ritornelli di presa immediata. Questa
volta i Tangerine Dream sono tornati decisamente nel seminato
rock, riprendendo la forma delle fantasie di Mike
Oldfield.
Froese ha abbandonato il genere di suite celestiale che aveva
inventato e ripiega su un onesto progressive-rock. Force
Majeure ha però il pregio di concentrare in una suite
unica una quantità di idee pari a tutte quelle profuse nei
cinque anni precedenti. Viceversa il tema assordante di chitarra
e l'aggressività ritmica di Thru Metamorphic Rocks
suonano come una cacofonia al cospetto del loro repertorio
passato.
Tangram doppia il successo di Force Majeure,
tornando per una volta al formato della lunga suite in due parti.
Nel tripudio di marcette militari e arie folk della prima parte
Froese e Franke pervengono a un altro brillante esempio di
bricolage elettronico.
L'intento commerciale è dimostrato anche dalla quantità di
singoli (nel 1979 Force Majeure, nel 1980 Tangram,
nel 1981 Chronozon, nel 1983 Cinnamon
Road e Daydream, nel 1985 Madchen,
nel 1987 Dancing On A White Moon,...). E poi
arriveranno i 12": Dr Destructo (1981), Die
Melodie (1982), Warsaw In The Sun
(1984), Flashpoint (1984), Streethawk
(1985), Dolphin Dance (1987), A Time For
Heroes (1987), Tyger (1987), Marakesh
(1988), Optical Race (1988), Alexander
Square (1989), I Just Want To Rule My Own Life
Without You (1991), Dreamtime (1993).
Nel frattempo Froese perdeva del tutto la bussola, prima
scimmiottando il techno-rock degli anni '70 con White
Eagle, poi incorporando campionamenti e folk etnico con Hyperborea,
infine ritrovando un ultimo sussulto di creatività con Underwater
Sunlight.
Durante gli anni '80 il gruppo ripiega sull'attività
cinematografica. La colonna sonora per "Sorcerer"
li lancia a Hollywood: seguiranno "Thief" (forse
la migliore, nello stile di Exit e Force Majeure), "Wavelength",
"Risky Business" (da cui è tratta la
celebre Love On A Train), "Firestarter",
"Flashpoint", "Heartbreakers",
"Legend", "Near Dark", "Three O'Clock
High", "Shy People", "The Keep",
"Red Heat", "The Park Is Mine",
"Forbidden", "Vision Quest",
"Destination Berlin", "Dead Solid Perfect",
"Tangents", "Man Inside", "Miracle
Mile", molte delle quali sono tuttora inedite. Nel
1987 i Tangerine Dream avevano pubblicato un video del Grand
Canyon, Canyon Dreams, la cui colonna sonora è
uscita su CD soltanto nel 1991 (la musica è però puro kitsch
senza nerbo).
Se non sempre sono riusciti ad evitare i pericoli dell'estetismo,
della ripetizione, del sensazionalismo, i Tangerine Dream hanno
indubbiamente precorso la new age degli anni '80.
Nel 1987 anche Franke ha abbandonato Froese. Per
i Tangerine Dream sembrava l'inizio della fine. Invece arriva il
boom della new age a rilanciarne di colpo le quotazioni. E'
chiaro però che il complesso di Optical Race è
ormai soltanto Froese in persona, più che mai incostante nelle
sue sortite: Lily On The Beach si affida a
cadenze da discoteca e ritornelli corrivi, mentre Melrose,
che vede l'ingresso in formazione del figlio Jerome
Froese, è un album di musica rock (con persino un buon
assolo di chitarra blues in Electric Lion) e Rockoon
cade in pieno territorio techno-rock (vedi Touchwood). 220
Volt abbraccia anche il jazzrock (Oriental Haze, Blue
Bridge, Dreamtime, con tanto di assoli di sassofono) e Morricone
(Sundance Kid), ma il cuore continua a battere nel pomposo
techno- rock di 220 Volt e Hamlet.
Turn Of The Tides è emblematica del nuovo corso
ultra- commerciale e conformista: otto brani, né troppo brevi
né troppo lunghi, che consistono in pratica nell'arrangiare in
maniera romantica un tema melodico. L'elettronica di Edgar e
Jerome è soltanto un surrogato dell'orchestra di musica leggera.
Dilagano temi da cocktail lounge come Firetongues (con il primo
assolo di flamenco) e Midwinter Night, anche se le emozioni più
forti provengono dalla briosa fanfara della title-track e
soprattutto dal commosso requiem per sassofono di Death Of A
Nightingale.
Suonato e prodotto in maniera impeccabile, il disco non ha però
nulla a che vedere con i Tangerine Dream: è uno dei tanti
prodotti di muzak di sottofondo. Se non altro, in questa fase
Froese padre ha ceduto la chitarra al virtuoso Zlatko
Perica e al sassofono utilizza un'accorata Linda
Spa.
Nel ventennale della nascita un disco come Tyranny Of
Beauty non potrebbe suonare più ironico: i temi sono
ancora più scialbi, gli arrangiamenti sono scontati come sempre,
e non bastano gli spunti del sassofono di Spa (Little Blond In
The Park Of Attractions) o della chitarra di Gerald
Gradwool (ancora flamenco in Catwalk) o la limpida
melodia della title-track (l'unico senso d'essere del disco) a
redimere questa formazione.
Per vendere la sua carriera alle giovani generazioni, Froese non
esita a lanciare sul mercato anche una raccolta di remix di brani
degli ultimi anni (a cui aggiunge le travolgenti Rough
Embrace e San Rocco).
Comunque sia, questi dischi contribuiscono ad affermare i
Tangerine Dream come il complesso di musica strumentale più
influente di tutti i tempi, una vera e propria istituzione del
genere.
Il problema è che Froese tende a usare strumenti elettronici
già predisposti in fabbrica per certi suoni, e quelli sono i
suoni che si sentono su tutti gli album che usano quegli
strumenti, mentre Franke (perlomeno all'inizio) usava
sintetizzatori che potevano essere "accordati" a
piacere, consentendo di produrre qualunque genere di suono.
I Tangerine Dream sono anche stati i primi a trasformare la
musica cosmica da fenomeno di studio a fenomeno da arena. I loro
dischi dal vivo sono usciti con cadenza quinquennale, da Encore
a Logos, da Pergamon a Live
Miles, da Poland a 220 Volt.
Priva di parti vocali e imperniata sulle tastiere elettroniche,
la musica dei Tangerine Dream ha esplorato l'infinito nelle
dimensioni del magico/fiabesco. Gotica e minimale, ipnotica e
visionaria, la produzione classica oscilla fra descrittivismo
(esplosioni di supernova, sibili di asteroidi, cigolii di comete)
e misticismo (note maestose sospese sotto le immani arcate di una
cattedrale e crescendo imponenti), ispirandosi liberamente alla
musica classica sacra e profana per grande orchestra. Lungo tutta
la loro parabola, dalla cibernautica "pinkfloydiana"
all'impressionismo new age, un getto costante di fasci di luce ha
inondato i lunghi, dolci brani dei loro dischi, nei casi migliori
piccoli sinfonie e requiem del magma universale intrisi di una
profonda religiosità.
DISCOGRAFIA:
Electronic Meditation
(Ohr, 1970)
Alpha Centauri (Ohr, 1971)
Zeit (Ohr, 1972)
Atem (Ohr, 1973)
Phaedra (Virgin, 1974)
Rubycon (Virgin, 1975)
Ricochet (Virgin, 1976)
Stratosfear (Virgin, 1976)
Encore (Virgin, 1977)
Sorcerer (Virgin, 1977) colonna sonora
Cyclone (Virgin, 1978)
Force Majeure (Virgin, 1979)
Tangram (Virgin, 1980)
1970-1980 (Virgin, 1980) antologia
Thief (Virgin, 1980) colonna sonora
Exit (Virgin, 1981)
White Eagle (Virgin, 1982)
Logos (Virgin, 1982)
Hyperborea (Virgin, 1983)
Wavelength (Varese Sarabande, 1983) colonna
sonora
Risky Business (Virgin, 1983) colonna sonora
Firestarter (MCA, 1984) colonna sonora
Flashpoint (EMI, 1984) colonna sonora
Poland (Jive Electro, 1984)
Le Parc (Jive Electro, 1985)
Dream Sequence (Virgin, 1985) antologia
Heartbreakers (Virgin, 1985) colonna sonora
Legend (MCA, 1986) colonna sonora
Pergamon (Virgin, 1986)
Underwater Sunlight (Jive Electro, 1986)
Tyger (Jive Electro, 1987)
Near Dark (Silva Screen, 1987) colonna sonora
Three O'Clock High (Varese Sarabande, 1987)
colonna sonora
Shy People (Varese Sarabande, 1987) colonna
sonora
Live Miles (Jive Electro, 1988)
Optical Race (Private, 1988)
Lily On The Beach (Private, 1989)
Destination Berlin (BMG, 1989) colonna sonora
Melrose (Private, 1990)
Dead Solid Perfect (###, 1990) colonna sonora
Tangents (###, ###) antologia
Man Inside (###, 1991) colonna sonora
Miracle Mile (Private, 1991) colonna sonora
Canyon Dreams (Miramar, 1991) colonna sonora
Rockoon (Miramar, 1991)
Private Music (Private, 1992) antologia
220 Volt (Miramar, 1993)
Turn Of The Tides (Miramar, 1994)
Tyranny Of Beauty (Miramar, 1995)
Dream Mixes (Miramar, 1995)
links: